L’esistenza di Fermo fin dall’età del bronzo è documentata da reperti archeologici rinvenuti nelle tre necropoli picene scavate intorno alla città e, a giudicare dalla loro consistenza, testimoniano che si trattava di un grosso centro piceno-villanoviano.
Ancora oggi si possono osservare le mura megalitiche precedenti all’arrivo dei romani, che avvenne nel 264 a. c., quando fondarono l’importante colonia dal nome Firmum Picenum.
Visitando il Museo archeologico attualmente sito nel Palazzo dei Priori, in Piazza del Popolo, si possono ammirare reperti di età picena, cippi e sculture di epoca romana per poi proseguire la visita delle grandi cisterne romane, vasto complesso sotterraneo realizzato tra il 40 e il 60 d.C. per raccogliere e depurare l’acqua piovana, testimonianza tra le più pregevoli della grande ingegneria idraulica dell’architettura romana. Girando sempre all’interno del centro storico si possono osservare i resti del teatro romano e le piccole cisterne, sale nelle quali anticamente era stato allestito il primo Antiquarium di Fermo.
Proseguendo l’itinerario e attraversando il fiume Tenna ci si immette sulla S.P. 239, detta Strada Faleriense, che ci conduce direttamente alla città di Falerone, esistente già nel sec. VI a.C.
L’attuale Piane di Falerone, nacque nel 29 a.C. con il nome di “Falerio Picenus” quando Ottaviano decise di costruire una piccola città capoluogo della centuriazione della media Valtenna, dove stabilire una colonia di suoi soldati veterani.
Divenne un importante centro, dotato di teatro e anfiteatro, di numerose ville patrizie, di terme, di monumenti sepolcrali e di impianti idrici all’avanguardia. Si possono visitare il Parco Archeologico (unico nella provincia di Fermo) e il Museo Civico Archeologico sito nel paese alto, in collina, esattamente in piazza della Libertà.
Riattraversando il fiume Tenna sulla sponda sud si trova Belmonte Piceno, importantissimo centro di età picena, dove è stato rinvenuta una ricchissima necropoli che ci ha restituito “Il signore dei Cavalli”, uno degli oggetti più ammirati del mondo Piceno.
Proseguendo verso sud si giunge a Monsampietro Morico, sito lungo il fiume Ete che merita una visita per le sue antiche vestigia e, proseguendo Montelparo anch’esso interessante esempio di centro antico.
Scendendo verso la valle del fiume Aso è assolutamente obbligatorio fermarsi a Monte Rinaldo con la sua splendida Area Archeologica che si trova in località La Cuma, dove sono visibili i resti (tempio e porticato) di un monumentale santuario di età tardo-repubblicana (II-I sec. a.C.). È uno dei complessi cultuali ellenistici più importanti della regione e successivamente si consiglia la visita al Museo Archeologico che raccoglie i reperti dell’area.
Scendendo lungo la valle dell’Aso nella provinciale di fondovalle si arriva a Monterubbiano, altro interessante centro piceno-romano dove si può visitare il Museo archeologico e per finire, attraversando il fiume Aso si giunge a Campofilone in cui, appena fuori dalla periferia è ancora presente una cisterna di epoca romana a doppia camera, ed è visitabile la raccolta di reperti piceno-romani presso i locali della parrocchia della chiesa di S. Lorenzo, posta in sommità del piccolo centro storico, allestita dall’appassionatissimo studioso di archeologia nonché parroco Don Vincenzo Galiè.