Cassa di Risparmio di Fermo

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La Storia della Cassa di Risparmio di Fermo

Dalle origini all' Unità d'Italia.

18 novembre 1856: Il Gonfaloniere della città di Fermo firma il Regolamento (o Statuto) della costituenda Cassa di risparmio. Il proemio al Regolamento recita: "Fu sempre anzichè un desiderio un vero bisogno di vedere anche in questa Città istituita la Società di una Cassa di risparmio ormai conoscendosi da tutti i molteplici vantaggi che da quella derivano" e sottolinea la valenza sociale e filantropica della nuova istituzione: "sottrarre dalle mani di taluni sconsiderati il frutto del travaglio perchè non si converta in esca del vizio, ma si conservi pel tempo della inoperosità e della vecchiezza; adoperare che questo frutto onorato del proprio sudore abbia altresì a crescere con sicurezza a vantaggio di chi il volle conservato; agevolare all'accorto padre di famiglia come più facilmente aggiungere all'onesto sostentamento, e al collocamento insieme dè figluoli; aprire a tutti la via onde per sicuro ma non dispendioso metodo sopperire alle urgenze mutuandosi danaro, ecco le utilità riconosciute e da tutti encomiate che derivano alla enunciata Società".

I regolamenti prevedono che la Cassa si costituisca in forma di Società anonima con una sottoscrizione tra privati. Le azioni avranno il valore di 15 scudi ciascuna; ogni socio può acquistare qualunque numero di azioni ma avrà un solo voto nelle deliberazioni della Società. Non appena La Cassa avrà un capitale proprio pari al totale delle azioni fondatrici, queste verranno rimborsate agli azionisti. La Conferenza di San Vincenzo de' Paoli è designata a ricevere gli utili da destinarsi a pubblica beneficienza o all'incoraggiamento dell'Industria.

29 aprile 1857: Papa Pio IX approva il regolamento.

5 luglio 1857: Il Ministro dello Stato Pontificio emetto l'atto di autorizzazione per la Costituzione della Cassa di Risparmio rubricato al numero 41457: "La Santità del Nostro Signore (Pio IX) nell'udienza del 29 aprile passato degna di approvare la proposta istituzione di una Cassa di risparmio nella città di Fermo".

12 gennaio 1858: Si riunisce la prima assemblea del azionisti nella residenza comunale votando la composizione del Consiglio

14 marzo 1858. La Cassa di Risparmio di Fermo apre il primo sportello in un piccolo locale al numero civico 42 della strada sotto piazza che conduce a San Domenico , l'attuale Via Paccarone. L'apertura è annunciata da un manifesto a firma del Consiglio Direttore, che sottolinea lo spirito filantropico della nuova istituzione.

31 dicembre 1858: si chiude il primo Bilancio della Cassa di Risparmio di Fermo con risultati lusinghieri: le 112 azioni assommano a 16800 scudi, i depositi raggiungono i 5.686,56 con un utile di scudi 4,78 ed un accantonamento a riserve di pari importo.

 

Dall'Unità d'Italia al 1940

17 marzo 1861: Vittorio Emanuele II viene proclamato Re d'Italia. Dall'anno successivo le registrazioni contabili vengono espresse nella nuova valuta: la Lira. Per la Cassa di Risparmio di Fermo inizia anche la vera attività di Istituto di Credito.

20 maggio 1876: L' Assemblea dei Soci adegua il Regolamento alle linee di tendenza del tempo. Le principali modifiche riguardano l'operatività della Cassa, con normative afferenti i depositi e la regolamentazione dei prestiti. Vengono inoltre fissate norme per la costituzione del fondo riserva con il duplice intento di garantire il risparmio e sollecitare lo sviluppo della Cassa. Il nuovo Statuto precisa per la prima volta i limiti alle funzioni del Consiglio Direttore (il Consiglio di Amministrazione) e prevede una disciplina specifica per il Personale. Per la destinazione degli utili viene completamente modificato l'art. 42 del Regolamento originario che affidavano alla Conferenza di San Vincenzo de' Paoli la distribuzione degli utili, che d'ora in avanti saranno destinati al fondo di garanzia. Solo in casi particolari il Presidente è autorizzato a proporre al Consiglio di progettare alla Società la erogazione di una parte dei sopravanzi in opere di beneficenza a vantaggio dei poveri della Città o per opere di pubblica utilità a condizione che l'ammontare non superi un sesto dell'utile netto.

17 novembre 1876: Il nuovo Statuto viene emanato con decreto di Sua Maestà Vittorio Emanuele II, Re d'Italia.

4 aprile 1889: Con Regio Decreto viene promulgata la Legge 5546 del 15 luglio 1888, che definisce l'ordinamento, i compiti, i limiti e le attribuzioni delle Casse di Risparmio e le ripartizioni degli utili.

23 aprile 1891: L' Assemblea dei Soci della Cassa di Risparmio di Fermo adegua alle nuove direttive il proprio Statuto che diventa esecutivo con R.D. 11 luglio dello stesso anno n. 239. Nel corso dell'anno la Dirigenza della Cassa, dimostrando notevole lungimiranza, affronta un'argomento ancora oggi di attualità come la cooperazione tra le Casse.

2 febbraio 1908: Con R.D. viene approvato un nuovo Statuto Organico che apporta importanti modifiche tra le quali la facoltà di istituire o chiudere Filiali. 

10 febbraio 1927: Per far fronte ai problemi di una difficile ripresa economica e di una instabile situazione interna viene emanato il R.D. n. 269, con il quale l'apparato centrale possa esercitare un maggior controllo sulla gestione periferica del credito, arginando così il fenomeno dei dissesti di molti piccoli istitituti causati dalla crisi economica. Il Regio Decreto, all'art. 1, prevede che le Casse più piccole, che non raggiungono i 5 milioni di Lire di massa fiduciaria, vengano assorbite dalle consorelle più grandi e più vicine. La Cassa di Risparmio di Fermo già nel 1905 chiudeva il bilancio con 5.739.535 lire di depositi e riserve e capitale per 1.006.064; a distanza di soli cinque anni i primi superano i 7 milioni di lire ed i secondi si incrementano di circa 200.000 lire. La Cassa è quindi pronta a svolgere un ruolo da protagonista nel territorio. Negli anni successivi infatti vengono incorporate, con il benestare dei loro amministratori, la Cassa di Risparmio e la Cassa Rurale di Montottone e la Cassa di Risparmio di Falerone. Successivamente tocca alla Cassa Rurale di Santo Stefano protomartire di Monterubbiano confluire nella Cassa fermana. L'espansione nel territorio prosegue ininterrotta negli anni successivi con l'apertura delle Filiali di Grottazzolina, di Pedaso, Petritoli e Porto Sant'Elpidio, le ultime tre rilevate dalla Banca delle Marche e degli Abruzzi

28 settembre 1940: L'Ispettorato per la difesa del risparmio e per l'esercizio del credito con nota n. 21102 dispone l'incorporazione della Cassa di Risparmio di Sant'Elpidio a Mare nella consorella di Fermo, come recita la stessa nota indirizzata al Presidente della Cassa elpidiense "Si informa che con R.D. in data 3 agosto 1940-XVIII anno dell'era fascista- numero 1273 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del regno del 19 settembre u.s. numero 220, è stata disposta- ai sensi dell'art. 1 della legge 14 dicembre 1939-XVII, numero 1922- la incorporazione di codesta Cassa nella consorella di Fermo". La Cassa di Sant' Elpidio a Mare porta in dote gli sportelli della stessa Sant'Elpidio, di Monte Urano e Rapagnano ed i recapiti di Casette d'Ete e Montesampietrangeli. Dalla fusione nasce un Istituto di Credito con una diffusa presenza in quello che diventerà il primo distretto calzaturiero d'Italia. Progressivamente per tutti gli anni quaranta vengono aperti altri sportelli a Carassai, Montefiore dell'Aso, Porto San Giorgio e Cupramarittima.
Da qui inizia la cronaca e finisce la storia.

10 dicembre 1991: La Cassa di Risparmio di Fermo si trasforma in Società per Azioni e si costituisce la Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo.

 

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