Il tema del paesaggio trova nel Fermano un contesto di antica memoria; la cosciente e costante presenza dell’uomo ha infatti modificato gli aspetti, garantendo la conservazione degli elementi naturali e culturali.
La nostra prima tappa è Torre di Palme che si raggiunge facilmente dall’uscita autostradale di Porto San Giorgio-Fermo. Costeggiando la statale adriatica verso Sud, si imbocca il bivio alla nostra sinistra e raggiungiamo in pochi minuti il borgo di Torre di Palme : una splendida terrazza sul mare che nelle serene giornate d’estate, ci meraviglia con lo spettacolare paesaggio dell’Adriatico.
Proseguiamo verso sud-ovest per la SP35 arrivando così a Lapedona: borgo situato prevalentemente in collina di origini romane, famoso per i prodotti agricoli piceni come olive, pere e mele.
Continuando la SP35 e voltando a sinistra per la SP2, il primo paese che incontriamo lungo la Val d’Aso è Altidona. Il centro storico, di origini medioevali, è attraversato da una via principale che taglia il paese per la sua lunghezza. Per poter ammirare il suggestivo panorama, uno dei punti più consigliati è il Torrione di Guardia situato in Piazza Cesare Battisti.
Ritornando lungo la Statale Adriatica/SS16, procediamo verso Sud e una breve deviazione a destra ci porta verso Campofilone, meta gastronomica per i suoi tipici maccheroncini.
Verso nord, dopo un tratto della SP238, svoltiamo a destra e arriviamo a Moresco, uno dei Borghi più belli d’Italia, che dalle sua mura medioevali ancora intatte, apre lo sguardo al paesaggio collinare.
A pochi passi il paese di Monterubbiano, antichissima cittadina picena fra le più elevate della parte litorale. Siamo al centro della valle dell’Aso e possiamo apprezzare la bellezza di una fertile campagna disegnata dai campi e colorata dagli alberi da frutta; in primavera gli innumerevoli peschi tingono di rosa l’intera vallata lasciandoci un’immagine mozzafiato.
Raggiungiamo il borgo di Monte Vidon Combatte dal cui affascinante centro storico medievale possiamo ammirare le colline della Valle dell’Aso e fra le sue peculiarità paesaggistiche, la Macchia Pelagallo che ospita farnie, una fra le specie più rare del territorio marchigiano.
Riprendendo la SP56, raggiungiamo Ortezzano, riconoscibile da lontano per la sua trionfante torre dalla merlatura ghibellina. Per la sua conformazione in epoca romana fu luogo ideale per la costruzione di ville rustiche; solo in età farfense fu munito di mura castellane.
L’ultima tappa del nostro percorso ci porta verso la valle del fiume Ete, per raggiungere Monte Giberto, dove l’attuale centro urbano sorge su un ridente colle panoramico con vista a 360°,circondato da verdi colline.
Questa strada ci ha fatto ripercorrere sentieri poco conosciuti e meravigliosi paesaggi, come se volesse ricordarci che “un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi” (Proust).