Le vicissitudini storiche hanno lasciato una copiosa diffusione di rocche e castelli in tutta la regione, in ogni piccolo borgo si narra di guerre, trattati, battaglie, lotte e fazioni, ma anche di una popolazione dedita al lavoro e al culto religioso. Questo percorso offre una cordiale accoglienza in territori sereni e impregnati delle preziose testimonianze del passato.
Da Fermo, per la SP239 in circa 20 minuti arriviamo a Torre San Patrizio: il primo insediamento risale al VI sec., il castello dalla forma affusolata viene costruito intorno al quattrocento sulla sommità di un piccolo colle. Si accede alle mura fortificate dalla Porta da Sole, una via principale attraversa tutta la lunghezza con brevi vie perpendicolari, isolati e case a schiera; non possiamo non perdere la vista da l’ampio balcone sui Monti Sibillini. Fuori le mura, possiamo trovare Villa Zara dove visse Margareth Collier, questo paesaggio fece da scenario al suo famoso libro “La nostra casa sull’Adriatico”.
Seguendo Contrada Bora arriviamo a Rapagnano, qui il castello fu conteso per anni fra Fermo e Montegiorgio, fino alla conquista di Carlo Malatesta. La cinta muraria assume una forma ovoidale, un torrione con coronamento aggettante e merli guelfi indica la collocazione della Rocca. I compatti isolati si aprono per dare spazio alla piazza centrale, probabilmente costruita nel settecento.
A soli cinque minuti troviamo Magliano di Tenna, la leggenda narra che intorno all’anno mille un capitano di ventura di nome Malleano, fondò il castello. Posto su un’isolata altura che domina la bassa valle del Tenna, mantiene l’aspetto medievale, con le sue mura e le torri inglobate nell’incasato.
Per arrivare a Grottazzolina attraversiamo la SP239. Il suo castello fu edificato dai monaci farfensi intorno al X sec. e fu successivamente inglobato negli ampliamenti del centro abitato, all’interno la cinta muraria scomparse insieme al Palazzo Comunale, rimangono delle tracce del Palazzo Azzolino.
Seguendo Contrada Capparuccia e Contrada Fonte in pochi minuti arriviamo a Ponzano di Fermo. La sua storia è segnata dalla presenza farfense, dal profondo legame con la città di Fermo e dall’importanza dei corsi d’acqua per i quali furono combattute molte battaglie. Al borgo medievale, chiuso da mura, si accede con una rampa che unisce il vecchio castello all’antica Chiesa di Santa Maria, da notare il Palazzo della Comunità il cui ingresso è ornato da un raffinato arco in cotto.
Seguendo per Monte Giberto lungo Contrada Maltignano, con soli dieci minuti arriviamo a Petritoli, anche qui dobbiamo ai farfensi la nascita di un castello che ebbe grande importanza strategica sulla Valle dell’Aso. Il paese si è strutturato nei secoli attorno alla parte più antica posta alla sommità del colle, il centro della vita è nella zona della Rocca, qui è stata eretta la Torre Civica che con i suoi 40 metri d’altezza, ci regala un panorama impareggiabile.
Circa un quarto d’ora ci separa da Moresco, seguendo Contrada San Savino e la SP56. Il fascino di questo luogo sta nel fatto che il suo aspetto sembra essersi fermato nel tempo, il castello è rimasto infatti quasi come nel Medioevo. La forma è ellissoidale, dall’alto sembra una nave che ci porta verso l’Adriatico; delle due torri rimanenti, possiamo visitare la più antica dalla forma eptagonale, alta ben 25 metri; l’altra viene chiamata la Torre dell’orologio.
Qui si conclude il nostro viaggio che ci ha riportato come cavalieri erranti nelle leggende, nei miti e nelle fiabe dei castelli fermani.